mercoledì 21 luglio 2010

Fiat Termini Imerese: gli operai sono stanchi di aspettare

Gli operai della Fiat di Termini Imerese stanno ancora aspettando la soluzione promessa dal governo e dalla regione di Lombardo che impedisca la chiusura dello stabilimento entro il 2011, ma non possono continuare ad aspettare all’infinito, anche perché il tempo passa e non succede nulla.

Non si sa nulla né delle proposte nazionali né del bando internazionale.
Se non ci si muove presto, cioè adesso, la situazione sarà più complicata perché ammettendo che ci sia una nuova azienda che intende rilevare lo stabilimento questo dovrà essere chiuso almeno sei mesi prima e cioè a metà dell’anno prossimo se ci mettiamo la chiusura estiva (con la possibile sorpresa che la ripresa produttiva a settembre non ci sia), la prossima cassa integrazione, non è detto che non si vada già da adesso in cassa a zero ore…
Domani 21 luglio a Termini Imerese la Fiom regionale ha organizzato una assemblea pubblica come deciso all’assemblea della Fiom a Pomigliano del 1° luglio scorso come “Iniziativa itinerante di mobilitazione e discussione, che nel mese di luglio a partire da Termini Imerese coinvolga ogni regione fino a giungere al presidio del Parlamento e della Presidenza del Consiglio.”
La Fiom regionale che ha fatto suo l’appello di quella assemblea: “Termini Imerese non può chiudere e deve continuare a produrre auto” ha deciso che l’iniziativa di domani è contro la deindustrializzazione, e per farvi partecipare operai ha indetto quattro ore di sciopero.
Sebbene ogni iniziativa che rimetta al centro la necessità della lotta degli operai di Termini contro la chiusura sia ben accetta crediamo, come abbiamo già detto, che proprio lo stabilimento di Termini Imerese sia al centro della questione e della sfida della Fiat a questi operai e non una generica,
quanto reale, deindustrializzazione.
Quello di Termini non è uno dei tanti stabilimenti Fiat: non è stando sulla difensiva, non è annacquando i termini del problema, che si può combattere la fascistizzante arroganza di Marchionne e della Fiat.
Gli operai non possono continuare a produrre auto con “animo sereno” se sanno di essere “a scadenza”!
Al padrone bisogna dare un segnale forte… gli operai hanno bisogno di un segnale…

Palermo, 20 luglio 2010