mercoledì 26 maggio 2010

Ancora Cassa Integrazione!

Purtroppo continua lo stillicidio della cassa integrazione.
dopo il rientro previsto per il 3 giugno gli operai si dovranno fermare ancora dal 21 al 30 giugno.
Non è stato confermato fino ad oggi l'incontro previsto per il 3 giugno a Roma.

lunedì 24 maggio 2010

prossime iniziative

* continuare con le iniziative di informazione e coinvolgimento di tutte le realtà operaie, di lavoro e tra i vari settori dei precari… insomma tutti quelli che non si arrendono al piano Fiat/governo;

* organizzare una prima iniziativa in contemporanea nelle varie città con tutti coloro che la condividono il 3 giugno in occasione dell’incontro a Roma

* per la manifestazione nazionale: prima data provvisoria a fine giugno/prima settimana di luglio

domenica 16 maggio 2010

Resoconto riunione di Termini Imerese

Ieri a Termini Imerese si è tenuta la prevista riunione del comitato di sostegno alla lotta degli operai Fiat.

Erano presenti alcuni operai fiat, sia attivi che in mobilità, rappresentanti dei lavoratori delle cooperative sociali, dei giovani di red block, degli studenti del Liceo Meli, del comitato donne precarie/disoccupate, e un delegato Cgil funzione pubblica.

Sono stati letti i vari messaggi in solidarietà arrivati in questi giorni.

Il Comitato è stato presentato partendo dalla parola d’ordine: “per una manifestazione nazionale a Termini Imerese”.
Lo stabilimento di Termini è diventato il simbolo di una desertificazione industriale che nessuno è interessato a fermare: insieme all’Italtel, Keller, Fincantieri… contornate dalle sfilate quotidiane di precari e disoccupati per le vie della Sicilia.
Ma è la classe operaia il cuore del sistema, e infatti quando si muove i padroni tremano, ricordiamoci che durante le lotte del 2002, un Agnelli dopo tanti anni si è fatto intervistare in TV e ha detto basta!, le macchine ora di devono produrre! Ed è dalla risposta determinata della classe operaia che gli altri settori possono venire incoraggiati!
La discussione è stata abbastanza vivace con interventi all’impronta e sparsi da parte degli operai che hanno nella sostanza lamentato l’immobilismo dei sindacati, la “rassegnazione” tra gli operai più anziani a cui sono stati prospettati quattro anni di mobilità per “accompagnarli” alla pensione; ci si è chiesto cosa faranno gli altri che resterebbero fuori da questo piano e soprattutto che fine hanno fatto gli operai dell’indotto che sono passati da un grande attivismo nei primi momenti alla passività totale!
È stata smentita la chiacchiera che ogni auto prodotta a Termini costerebbe di più e che agli operai non manca certo la capacità di produrre auto…
Dei famosi contatti con le aziende interessate o del bando internazionale non si sa niente; si tratta di prese in giro… tutti cercano di prendere tempo in attesa della fine del 2011.

Lo stabilimento di Termini è da difendere anche per evitare che gli altri stabilimenti facciano la stessa fine, dato che è nelle intenzioni di Marchionne che la Fiat ha tenuto a far entrare anche nella Finanziaria di famiglia Exor.
O Pomigliano, per esempio, diventa produttivo come la fabbrica in Polonia o non ci saranno investimenti per rilanciarlo. Quindi massima flessibilità, 18 turni, straorinari selvaggi, ecc.

Insomma i padroni hanno detto la loro, i politici pure: Lombardo minaccia ferro e fuoco, Micciché, ex vicesindaco di Termini Imerese, aveva addirittura detto che in caso di mancata risposta avrebbe fatto le riunioni sotto casa di Marchionne! Hanno detto la loro, nella sostanza anche i sindacati confederali (che hanno già detto nella sostanza, a parte un tentennamento della Fiom, di approvare il piano Fiat per Pomigliano) ma fino ad oggi non è cambiato niente, ora tocca agli operai!

Si impone la necessità della manifestazione che faccia rimettere in campo gli interessi degli operai e delle loro famiglie unendo in questo tutti coloro che vogliono contribuire alla lotta, lavorando da subito senza aspettare il risultato della riunione del 3 giugno.

Le proposte fatte e accolte sono state:

* continuare con le iniziative di informazione e coinvolgimento di tutte le realtà operaie, di lavoro e tra i vari settori dei precari… insomma tutti quelli che non si arrendono al piano Fiat/governo;
* organizzare una prima iniziativa in contemporanea nelle varie città con tutti coloro che la condividono il 3 giugno in occasione dell’incontro a Roma
* per la manifestazione nazionale: prima data provvisoria a fine giugno/prima settimana di luglio

sabato 15 maggio 2010

solidarietà dalle lavoratrici delle pulizie delle scuole di Taranto

fiorella ha detto...

la fiat non deve chiudere ,la crisi non la devono sempre pagare i lavoratori ,la vostra lotta è la nostra lotta ,sono una lavoratrice precaria di taranto stiamo lottando anche noi per non perdere il nostro lavoro ,a nome di tutte le lavoratrici delle pulizie statali di taranto ,forza lottate per tutti noi !

fiorella masci

14 maggio 2010 12.11

venerdì 14 maggio 2010

sostegno da Catania

Centro Popolare Experia - Catania cpoexperia@senzapadroni.org

Carissimi del Comitato, non possiamo essere alla vostra riunione sabato, ma siamo con voi e cercheremo di sostenervi con la nostra pratica e la nostra lotta.Siamo disponibili e favorevoli a contribuire attivamente alla costruzione di una manifestazione nazionale sulla questione della chiusura della vostra fabbrica, ennesima operazione di impoverimento del territorio siciliano. Nella speranza di incontrarci presto per un confronto, vi auguriamo una proficua riunione e aspettiamo vostre notizie. Centro Popolare Experia

Catania http://www.senzapadroni.org/ tel. 334.9275150

mercoledì 12 maggio 2010


Invito alla
Riunione del Comitato di sostegno
Sabato 15 maggio 2010 ore 10,30
Appuntamento davanti ai cancelli dello stabilimento
Fiat di Termini Imerese
Conferenza stampa di presentazione del comitato e del suo programma di iniziative in preparazione della manifestazione nazionale
338.7708110

martedì 11 maggio 2010

Studenti del Liceo Meli di Palermo- Adesione e contributo

Gli studenti sono con gli operai

In tutto il territorio italiano si va profilando, ormai da diversi mesi, la chiusura di diverse e importantissime fabbriche, motore dell’economia del Paese. Migliaia di licenziamenti di operai e lavoratori che da 10, 20, 30 anni hanno un posto di lavoro sicuro e adesso si trovano a casa disoccupati. Cassa integrazione, tagli di personale, licenziamenti di massa sono le soluzioni che adottano i proprietari di aziende, fabbriche per pagare i debiti che loro stessi hanno prodotto e capitalizzare al massimo i loro profitti. Tutto questo sulla pelle dei lavoratori. La crisi economica infatti, nonostante le previsioni che la vogliono passata, continua a mietere ‘vittime’. Secondo gli ultimi dati, sarebbero due milioni i disoccupati censiti dall’Istat nel 2009, in crescita esponenziale rispetto al 2008. Sono circa 140 le vertenze di aziende che annunciano il licenziamento di moltissimi dipendenti. La Sicilia una delle regioni d’Italia più colpite. L’amministratore delegato Fiat Sergio Marchionne ha dichiarato che la Fiat non è interessata a mantenere alcuna attività a Termini Imerese, dove dal 2011 smetterà di produrre auto. Il baricentro degli affari della multinazionale Fiat si sposta sempre di più verso gli Stati Uniti (come ci mostra il piano Fiat-Chrysler) e si preferisce chiudere lo stabilimento di Fiat, che da decenni produceva automobili del gruppo torinese, dove gli operai sorreggono l’economia del paese e adesso si troveranno senza più un lavoro e un futuro certo davanti. La Fiat ha chiuso l’anno con grossi profitti, e proclama di aumentare la produzione, aprendo nuovi stabilimenti nell’est europeo e nelle zone dove il costo del lavoro è molto più basso; mentre tutti gli stabilimenti sono in cassa integrazione. E’ evidente che della crisi ne pagano le conseguenze solo gli operai e i lavoratori, la strategia delle imprese capitaliste è di sviluppare una guerra tra poveri, aumentando sempre più il divario fra miliardari e poverissimi. Gli operai della Fiat di Termini Imerese così come quelli della Innse e dell’Alcoa di Portovesme sono quindi da mesi in lotta per difendere il proprio posto di lavoro e difendere il proprio diritto al lavoro. Non si può infatti restare indifferenti e chinare la testa alle scelta delle imprese capitaliste, e gli operai di queste fabbriche portano avanti una lotta che si fa sempre più dura e decisa contro le decisioni padronali e le riforme anti-operaie del governo Berlusconi. Le proteste degli operai Fiat, gli scioperi, i cortei e i presidi davanti le sede istituzionali sono la dimostrazione della lotta operaia a difesa del lavoro, che è un diritto sancito dalla nostra Costituzione. I 18 lavoratori saliti sul tetto del capannone fiat e prima ancora l’occupazione del municipio di Termini da parte degli operai Fiat, segnano la protesta netta e decisa contro la chiusura dello stabilimento automobilistico che negherebbe un futuro a migliaia di famiglie. E’ stato poi dimostrato come una buona lotta organizzata porti a ottimi risultati, ed è necessario l’unione di tutti gli operai, ma non solo. E’ necessario che tutti prendano conoscenza della situazione di questi lavoratori e del loro futuro, è necessario che gli studenti stiano vicino agli operai e camminino vicino a loro nei cortei, nelle manifestazioni. La solidarietà e l’impegno degli studenti deve essere totale e deciso, vi è un legame fra gli operai e gli studenti che sono i lavoratori del domani, il futuro per il nostro Paese. Bisogna esprimere il proprio dissenso contro queste scelte e questo modello economico basato sul consumo e sullo sfruttamento di chi lavora, dove tutto è basato sulla logica del profitto e non si tiene conto della sicurezza nei posti di lavoro. Aumenta il numero delle morti bianche, poiché all’industriale non importa la condizione di lavoro del proprio dipendente, perché non vi è una cultura della sicurezza, bensì una mentalità ferma e volta solo alla competizione e all’arricchimento personale. In tutto questo manca l’apporto delle forze politiche e di gran parte dei sindacati nello stare accanto agli operai e alle loro giuste battaglie per il lavoro. I giovani devono cambiare questa cultura e questo modello sociale, devono tagliare le catene dello sfruttamento, devono rendersi partecipi di una battaglia per il lavoro e in difesa dei diritti di ogni cittadino. E’ bene ricordare che gli operai producono l’intera ricchezza della società con il loro sudore, il loro impegno e il loro sangue. E cosa ricevono in cambio? Cassa integrazione, licenziamenti e morte sul lavoro! Dopo le presunte 16 proposte di riconversione dello stabilimento, gli operai della Fiat sono in cassa integrazione dal 14 aprile e vedono la loro unica fonte di reddito, il loro lavoro e il loro futuro messi in grande pericolo.
Non restare indifferenti e obbedire alle scelte dei governi e dei capitalisti ma lottare insieme agli operai!
Lo stabilimento Fiat di Termini Imerese non deve chiudere!
Basta licenziamenti e morti sul lavoro!
Le fabbriche agli operai!
Studenti e lavoratori uniti nella lotta!


Studenti “Liceo G.Meli”

mercoledì 5 maggio 2010

Stabilimento Fiat di Termini Imerese: il Piano Fiat conferma la chiusura!

Nel piano tanto atteso sulla Fiat presentato da Marchionne il 21 aprile si conferma la chiusura dello stabilimento di Termini Imerese per il 31 dicembre del 2011. Senza peli sulla lingua Marchionne non lascia speranze, coerente con quanto dichiara già da tempo, sostenuto da Montezemolo e dal nuovo presidente Elkann.
Mentre dichiara di voler rilanciare tutti gli stabilimenti e raddoppiare la produzione investendo circa 30 miliardi, 700 milioni solo a Pomigliano per la ristrutturazione, su Termini è stato categorico, quindi, i 2200 operai circa tra fiat e indotto secondo Marchionne dovrebbero farsene una ragione…

Gli operai nel frattempo continuano a subire la cassa integrazione: sono stati fermi fino al 30 di aprile e sono rientrati al lavoro lunedì 3. Se non ci saranno sorprese da parte dell’azienda si lavorerà fino al 18 maggio e poi comincerà un altro periodo di cassa, per ora di altre due settimane.

Dopo l’ultimo incontro ritenuto inconcludente da parte di tutti gli operai a Termini hanno assistito ad una sfilata di visitatori italiani e stranieri, come viene riportato dal sito siciliainformazioni su notizia ansa: “Una delegazione del fondo Cape Natixis, guidata dal finanziere Simone Cimino, ha visitato gli impianti della Fiat di Termini Imerese. Il gruppo é stato accompagnato da un emissario di Invitalia, l'advisor che per conto del ministero per lo Sviluppo sta esaminando le proposte d'interesse presentate per lo stabilimento che la Fiat ha deciso di chiudere a fine 2011. Si tratta della seconda visita di Cimino che ha presentato un progetto, con l'indiana Reva, per rilevare lo stabilimento per farne un centro di produzione di auto elettriche. Nelle scorse settimane gli impianti sono stati visitati anche dal gruppo De Tomaso che fa capo all'imprenditore Gian Mario Rossignolo e da emissari inviati dai cinesi di Faw.”

Di queste famose proposte finora non si sa niente di preciso così come del bando di gara internazionale promesso dal governo che pensiamo stia prendendo tempo.

Mentre gli operai sono in attesa del prossimo incontro che si terrà il 3 giugno (bisognerà vedere chi sarà il prossimo interlocutore viste le dimissioni di Scajola) lo stabilimento Fiat di Termini Imerese diventa il simbolo di uno smantellamento continuo delle realtà produttive industriali della Sicilia, proprio per questo l’attenzione di tutti coloro che si vogliono opporre alla crescente desertificazione industriale deve essere più tenace e ancora più forte diventa l’appello agli operai, ai lavoratori, ai disoccupati, ai delegati e a tutti coloro che non si rassegnano ad unirsi in una battaglia seria per fermare la chiusura delle fabbriche a partire dalla Fiat di Termini.

martedì 4 maggio 2010

Appello *** Chi salverà gli operai dello stabilimento Fiat di Termini Imerese?

È chiaro che il baricentro degli affari della multinazionale Fiat si sta spostando sempre più verso gli Stati Uniti dove il 21 aprile sarà presentato il piano di rilancio della Fiat-Chrysler… e a farne le spese per primo, in Italia, è lo stabilimento di Termini Imerese! Il manager Marchionne e il presidente Montezemolo sostenuti dalla Marcegaglia in nome di Confindustria sono stati molto chiari e netti: la produzione cessa alla fine del 2011 perché il sito non è abbastanza produttivo da stare sul mercato.
Ma anche se chiude Termini e anche senza incentivi, che, comunque, non bastano, dice Marchionne, perché invece “serve una forte e seria politica industriale” (e cioè più soldi direttamente alla sua azienda), la Fiat promette di aumentare la produzione nel 2012 portandola a 900.000 auto all’anno (dalle attuali 600.000). Sembra più un’affermazione di incoraggiamento che serve a tenere buoni tutti visto l’attuale stato dell’economia mondiale.
E per aggiungere un segnale di “buonismo” al governo e all’opinione pubblica la Fiat ha deciso di spostare la produzione della Panda dalla Polonia a Pomigliano, “Una decisione che razionalmente non prenderebbe nessuno. E chiediamo un impegno sulla flessibilità” ha detto Marchionne. Quindi anche Pomigliano è a rischio dato che si tratta di una scelta “sociale” e non economica e allora non si capisce perché ciò che può essere fatto per Pomigliano non si possa fare per Termini dato che Rebaudengo, direttore delle relazioni industriali Fiat, dice che “hanno valutato il danno sociale che provocherebbe la chiusura del sito”! Ma per Termini Montezemolo ha dichiarato solo di voler accompagnare gli operai alla pensione, tanto quasi la metà avrebbe già i requisiti per accedere alla mobilità lunga (800 circa su 2000 compreso l’indotto). “Hanno trovato il modo di mettere gli operai Fiat contro quelli dell’indotto” ha commentato un operaio.
Ma dopo tutto questo “buonismo”, tanto per far capire chi comanda davvero in questo paese, la Fiat ha deciso di mettere in cassa integrazione circa 30.000 operai del gruppo tra febbraio e marzo di quest’anno.

Il governo Berlusconi, tramite il ministro Scajola che aveva definito da folli l’idea di chiudere Termini, prima ha usato parole di fuoco e ha fatto la voce grossa sugli incentivi ma poi si è piegato e rassegnato alla chiusura, chiedendo però alla Fiat di dare una mano nel mantenimento di una produzione industriale nel momento del passaggio di consegna. Consegna di cosa? Se la Fiat smantella si vorrà portare via i macchinari, è logico. Il ministro dà l’impressione di agitarsi per trovare una soluzione e prende tempo per valutare le proposte che si spera arriveranno; il tutto da discutere il prossimo 5 marzo in un nuovo incontro con tutte le parti a Roma.
Le proposte fino a questo momento sembra siano una decina e, tra queste, quella che sembra a tutti più interessante è quella del finanziere siciliano Cimino, che con il fondo Cape Natixis detiene circa il 50% del fondo “Cape Regione Siciliana” della Regione Sicilia, che vorrebbe costruire auto elettriche in accordo con la Reva indiana con la quale è già stato firmato un memorandum, “Sunny car in Sicily”, che darebbe lavoro a 3.500 operai.

L’arroganza palese dei manager Fiat che hanno avuto la sfacciataggine di dire che non hanno mai preso soldi pubblici ha fatto indignare, naturalmente in maniera ipocrita e demagogica, tutti: i politici locali, da Lombardo a Micciché, dicono che la Fiat sbaglia, che è solo una presa in giro perché vuole più soldi e che bene farebbe a lasciare tutto nelle mani della Regione che saprà come risolvere il problema… hanno già trovato 350 milioni di euro, più altri soldi con incentivi vari.
Anche i sindaci e alcuni preti dei paesi vicini a Termini Imerese si sono ritrovati insieme davanti alla fabbrica per solidarizzare con gli operai.
I sindacalisti, Cgil Cisl e Uil, insieme, dicono di essere ancora più indignati e promettono iniziative che mantengano viva l’attenzione mediatica sugli operai di Termini Imerese e infatti hanno già organizzato per il 18 febbraio delle fiaccolate nei vari paesi e il 27 febbraio un’altra manifestazione davanti ai cancelli dello stabilimento (in attesa del 5 marzo!).
E, infatti, a parte un accenno-minaccia della Fiom, subito rientrato, di occupazione della fabbrica, la “mobilitazione” si risolve appunto in tante chiacchiere, brevi vampate di indignazione con qualche ora di sciopero da parte degli operai (che da mesi perdono soldi scioperando e subendo cassa integrazione), e attese di una soluzione che altri devono prendere… con la lodevole eccezione dei 18 operai della Delivery Email che sono rimasti per giorni sul tetto di un capannone Fiat e che alla fine sono riusciti, grazie alla perseveranza e all’aiuto dei loro familiari, ad ottenere la cassa integrazione in deroga fino al 31 dicembre!

È chiaro che gli operai dello stabilimento Fiat di Termini Imerese si trovano in una condizione piuttosto difficile, dove tutti sembrano interessati alla loro sorte mentre rischiano davvero di rimanere senza lavoro.
E fino a quando gli operai delegheranno altri, non vorranno prendere nelle proprie mani la lotta e il loro destino e continueranno a stare dietro a sindacati e politici che non hanno l’interesse a risolvere davvero il problema, che li rimpallano tra una speranza e l’altra di una soluzione qualsiasi, il posto di lavoro è in pericolo sul serio.

La continua emorragia di posti di lavoro persi in fabbrica (e non solo) per chiusura o spostamento ad altri siti della produzione, insomma una vera e propria progressiva desertificazione industriale di tutta la Sicilia, spingerà gli operai che vorranno trovare un lavoro in fabbrica ad emigrare al sud? Ad andare a lavorare nei paesi del Nord Africa, una zona che si sta sempre più industrializzando grazie alla manodopera a basso costo, con meno diritti e meno resistenza operaia? Senza contare che da quest’anno prende corpo l’Euromediterraneo, la zona di libero scambio dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo che aumenterà la concorrenza in generale tra Stati e imprese e abbasserà ulteriormente i salari della classe operaia.

L’unico vero interesse a che lo stabilimento non chiuda è degli operai.

Lo stabilimento Fiat di Termini Imerese non deve chiudere!
Nessuno stabilimento Fiat deve chiudere, nessun operaio deve essere licenziato.
Contro l’ennesima ristrutturazione della Fiat, che già dichiara conti in regola e profitti, a spese degli operai.
Serve una lotta unitaria di tutti gli operai del gruppo per togliere dalle mani del padrone l’arma del ricatto e della divisione degli operai e spezzare la pratica di sindacati confederali della divisione tra stabilimenti e operai (che dura da decenni ormai) per una vera solidarietà;
Gli operai devono “approfittare” della crisi per rilanciare l’unità e la lotta di tutto il gruppo Fiat creando un vero o proprio evento, mostrando una grande forza che possa rimettere al centro la questione operaia in maniera non episodica;

Fermare la chiusura dello stabilimento di Termini Imerese come primo passo per salvare gli altri stabilimenti produttivi: se si vince a Termini Imerese si può vincere il tutto il gruppo.

È necessaria una manifestazione nazionale a Termini Imerese di tutti gli operai del gruppo Fiat!

Palermo, 9/2/2010

Comitato di sostegno alla lotta degli operai Fiat di Termini Imerese