Ieri a Termini Imerese si è tenuta la prevista riunione del comitato di sostegno alla lotta degli operai Fiat.
Erano presenti alcuni operai fiat, sia attivi che in mobilità, rappresentanti dei lavoratori delle cooperative sociali, dei giovani di red block, degli studenti del Liceo Meli, del comitato donne precarie/disoccupate, e un delegato Cgil funzione pubblica.
Sono stati letti i vari messaggi in solidarietà arrivati in questi giorni.
Il Comitato è stato presentato partendo dalla parola d’ordine: “per una manifestazione nazionale a Termini Imerese”.
Lo stabilimento di Termini è diventato il simbolo di una desertificazione industriale che nessuno è interessato a fermare: insieme all’Italtel, Keller, Fincantieri… contornate dalle sfilate quotidiane di precari e disoccupati per le vie della Sicilia.
Ma è la classe operaia il cuore del sistema, e infatti quando si muove i padroni tremano, ricordiamoci che durante le lotte del 2002, un Agnelli dopo tanti anni si è fatto intervistare in TV e ha detto basta!, le macchine ora di devono produrre! Ed è dalla risposta determinata della classe operaia che gli altri settori possono venire incoraggiati!
La discussione è stata abbastanza vivace con interventi all’impronta e sparsi da parte degli operai che hanno nella sostanza lamentato l’immobilismo dei sindacati, la “rassegnazione” tra gli operai più anziani a cui sono stati prospettati quattro anni di mobilità per “accompagnarli” alla pensione; ci si è chiesto cosa faranno gli altri che resterebbero fuori da questo piano e soprattutto che fine hanno fatto gli operai dell’indotto che sono passati da un grande attivismo nei primi momenti alla passività totale!
È stata smentita la chiacchiera che ogni auto prodotta a Termini costerebbe di più e che agli operai non manca certo la capacità di produrre auto…
Dei famosi contatti con le aziende interessate o del bando internazionale non si sa niente; si tratta di prese in giro… tutti cercano di prendere tempo in attesa della fine del 2011.
Lo stabilimento di Termini è da difendere anche per evitare che gli altri stabilimenti facciano la stessa fine, dato che è nelle intenzioni di Marchionne che la Fiat ha tenuto a far entrare anche nella Finanziaria di famiglia Exor.
O Pomigliano, per esempio, diventa produttivo come la fabbrica in Polonia o non ci saranno investimenti per rilanciarlo. Quindi massima flessibilità, 18 turni, straorinari selvaggi, ecc.
Insomma i padroni hanno detto la loro, i politici pure: Lombardo minaccia ferro e fuoco, Micciché, ex vicesindaco di Termini Imerese, aveva addirittura detto che in caso di mancata risposta avrebbe fatto le riunioni sotto casa di Marchionne! Hanno detto la loro, nella sostanza anche i sindacati confederali (che hanno già detto nella sostanza, a parte un tentennamento della Fiom, di approvare il piano Fiat per Pomigliano) ma fino ad oggi non è cambiato niente, ora tocca agli operai!
Si impone la necessità della manifestazione che faccia rimettere in campo gli interessi degli operai e delle loro famiglie unendo in questo tutti coloro che vogliono contribuire alla lotta, lavorando da subito senza aspettare il risultato della riunione del 3 giugno.
Le proposte fatte e accolte sono state:
* continuare con le iniziative di informazione e coinvolgimento di tutte le realtà operaie, di lavoro e tra i vari settori dei precari… insomma tutti quelli che non si arrendono al piano Fiat/governo;
* organizzare una prima iniziativa in contemporanea nelle varie città con tutti coloro che la condividono il 3 giugno in occasione dell’incontro a Roma
* per la manifestazione nazionale: prima data provvisoria a fine giugno/prima settimana di luglio
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