martedì 11 maggio 2010

Studenti del Liceo Meli di Palermo- Adesione e contributo

Gli studenti sono con gli operai

In tutto il territorio italiano si va profilando, ormai da diversi mesi, la chiusura di diverse e importantissime fabbriche, motore dell’economia del Paese. Migliaia di licenziamenti di operai e lavoratori che da 10, 20, 30 anni hanno un posto di lavoro sicuro e adesso si trovano a casa disoccupati. Cassa integrazione, tagli di personale, licenziamenti di massa sono le soluzioni che adottano i proprietari di aziende, fabbriche per pagare i debiti che loro stessi hanno prodotto e capitalizzare al massimo i loro profitti. Tutto questo sulla pelle dei lavoratori. La crisi economica infatti, nonostante le previsioni che la vogliono passata, continua a mietere ‘vittime’. Secondo gli ultimi dati, sarebbero due milioni i disoccupati censiti dall’Istat nel 2009, in crescita esponenziale rispetto al 2008. Sono circa 140 le vertenze di aziende che annunciano il licenziamento di moltissimi dipendenti. La Sicilia una delle regioni d’Italia più colpite. L’amministratore delegato Fiat Sergio Marchionne ha dichiarato che la Fiat non è interessata a mantenere alcuna attività a Termini Imerese, dove dal 2011 smetterà di produrre auto. Il baricentro degli affari della multinazionale Fiat si sposta sempre di più verso gli Stati Uniti (come ci mostra il piano Fiat-Chrysler) e si preferisce chiudere lo stabilimento di Fiat, che da decenni produceva automobili del gruppo torinese, dove gli operai sorreggono l’economia del paese e adesso si troveranno senza più un lavoro e un futuro certo davanti. La Fiat ha chiuso l’anno con grossi profitti, e proclama di aumentare la produzione, aprendo nuovi stabilimenti nell’est europeo e nelle zone dove il costo del lavoro è molto più basso; mentre tutti gli stabilimenti sono in cassa integrazione. E’ evidente che della crisi ne pagano le conseguenze solo gli operai e i lavoratori, la strategia delle imprese capitaliste è di sviluppare una guerra tra poveri, aumentando sempre più il divario fra miliardari e poverissimi. Gli operai della Fiat di Termini Imerese così come quelli della Innse e dell’Alcoa di Portovesme sono quindi da mesi in lotta per difendere il proprio posto di lavoro e difendere il proprio diritto al lavoro. Non si può infatti restare indifferenti e chinare la testa alle scelta delle imprese capitaliste, e gli operai di queste fabbriche portano avanti una lotta che si fa sempre più dura e decisa contro le decisioni padronali e le riforme anti-operaie del governo Berlusconi. Le proteste degli operai Fiat, gli scioperi, i cortei e i presidi davanti le sede istituzionali sono la dimostrazione della lotta operaia a difesa del lavoro, che è un diritto sancito dalla nostra Costituzione. I 18 lavoratori saliti sul tetto del capannone fiat e prima ancora l’occupazione del municipio di Termini da parte degli operai Fiat, segnano la protesta netta e decisa contro la chiusura dello stabilimento automobilistico che negherebbe un futuro a migliaia di famiglie. E’ stato poi dimostrato come una buona lotta organizzata porti a ottimi risultati, ed è necessario l’unione di tutti gli operai, ma non solo. E’ necessario che tutti prendano conoscenza della situazione di questi lavoratori e del loro futuro, è necessario che gli studenti stiano vicino agli operai e camminino vicino a loro nei cortei, nelle manifestazioni. La solidarietà e l’impegno degli studenti deve essere totale e deciso, vi è un legame fra gli operai e gli studenti che sono i lavoratori del domani, il futuro per il nostro Paese. Bisogna esprimere il proprio dissenso contro queste scelte e questo modello economico basato sul consumo e sullo sfruttamento di chi lavora, dove tutto è basato sulla logica del profitto e non si tiene conto della sicurezza nei posti di lavoro. Aumenta il numero delle morti bianche, poiché all’industriale non importa la condizione di lavoro del proprio dipendente, perché non vi è una cultura della sicurezza, bensì una mentalità ferma e volta solo alla competizione e all’arricchimento personale. In tutto questo manca l’apporto delle forze politiche e di gran parte dei sindacati nello stare accanto agli operai e alle loro giuste battaglie per il lavoro. I giovani devono cambiare questa cultura e questo modello sociale, devono tagliare le catene dello sfruttamento, devono rendersi partecipi di una battaglia per il lavoro e in difesa dei diritti di ogni cittadino. E’ bene ricordare che gli operai producono l’intera ricchezza della società con il loro sudore, il loro impegno e il loro sangue. E cosa ricevono in cambio? Cassa integrazione, licenziamenti e morte sul lavoro! Dopo le presunte 16 proposte di riconversione dello stabilimento, gli operai della Fiat sono in cassa integrazione dal 14 aprile e vedono la loro unica fonte di reddito, il loro lavoro e il loro futuro messi in grande pericolo.
Non restare indifferenti e obbedire alle scelte dei governi e dei capitalisti ma lottare insieme agli operai!
Lo stabilimento Fiat di Termini Imerese non deve chiudere!
Basta licenziamenti e morti sul lavoro!
Le fabbriche agli operai!
Studenti e lavoratori uniti nella lotta!


Studenti “Liceo G.Meli”

1 commento:

  1. la fiat non deve chiudere ,la crisi non la devono sempre pagare i lavoratori ,la vostra lotta è la nostra lotta ,sono una lavoratrice precaria di taranto stiamo lottando anche noi per non perdere il nostro lavoro ,a nome di tutte le lavoratrici delle pulizie statali di taranto ,forza lottate per tutti noi ! fiorella masci

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